Due osservazioni senza spirito polemico.
Dare a Cesare quello che è di Cesare; a Dio quello che è di Dio. Questo detto biblico calza a pennello con l’arredo natalizio a Santeramo. Grandiosa è stata l’apertura delle festività natalizie nella serata di domenica 6 dicembre. Il secolare albero d’ulivo per iniziativa delle Industrie Natuzzi campeggia al centro del piazzale Garibaldi. Da una parte e dall’altra, la Chiesa Matrice e il Palazzo Marchesale lo coccolano con le loro luci perimetrali. Immaginando una scena, ho pensato a una originalissima natività: Chiesa Madre, albero d’ulivo e Palazzo Marchesale un po’ come la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giuseppe. Molto bello l’arredo delle aiuole a cura delle scuole santermane. Molto gettonate quelle in Piazza Di Vagno. Ben concertato il presepe vivente nel centro storico a cura delle Associazioni di Volontariato. Molto indovinata l’idea di aprire la meravigliosa Chiesetta di S. Eligio la cui soglia, nella serata del 6 dicembre, è stata varcata per la prima volta da tanti santermani. Non trascurabile il contributo finanziario della B.C.C. di Santeramo. Davvero una “Murgia incantata”. Dietro ad ogni cosa, tanto lavoro, tanta passione. Questo spettacolo ce lo goderemo fino al 6 gennaio con l’arrivo dei Re Magi e la discesa della Befana. Il bel tempo per il periodo di alto autunno ha fatto il resto. Anzi di più pensando ad eventi atmosferici guastafeste che si sono tenuti alla larga dalla nostra Città. Ma almeno due osservazioni vanno fatte. La prima. Il ruolo dell’Amministrazione Comunale risulta molto relativo. Quasi inesistente. Abbiamo visto l’Assessore alla Cultura Gianni Sportelli indossare tuta da lavoro e prodigarsi per abbellire angoli del centro storico. Il sindaco, ben vestito, ad autocelebrarsi per meriti che non ha. Non è polemica. E’ sufficiente leggere il programma natalizio per rendersene conto. L’unica iniziativa “made in Comune” è prevista per venerdì 1 gennaio 2016 con un “Gran Concerto di Capodanno”. Inizio alle ore 18:30. Chi lo eseguirà e dove si svolgerà, è roba da “servizi segreti”. Tutto il resto degli eventi è a carico delle scuole e delle associazioni. Una seconda osservazione riguarda il “quartiere” di Natale. Si parte da Piazza Garibaldi, si raggiunge Piazza del Lago e Piazza di Vagno, si transita nel centro storico da Via Sant’Eligio fino a Via Piazzolla. Tutto il resto della città con le innumerevoli attività commerciali è fuori. Sin dall’inizio di Via Roma ci si può rendere conto. Man mano che si sale, il deserto. Orfano il pur bell’arredo in Piazza Municipio. Sola e senza luci l’aiuola di San Francesco in cima a Via Roma. Se si intravede qualcosa di Natale, è per le luci di privati. Corso Tripoli e Corso Italia, come estranei. Il Comune dov’è? Boh… Corso Tripoli sarà visitato da questo Natale soltanto sabato 19 dicembre quando dinanzi al Balilla ci sarà animazione, allestimento e mercatino. Quindi, un Natale territorialmente non equilibrato che premia poche attività e ne penalizza tantissime. Peccato. Anche da questo punto di vista si doveva fare molto meglio.