EMERGENZA IDRICA. CASILI:“SERVE PROGRAMMAZIONE A LUNGO TERMINE.

Non possiamo essere attendisti di fronte all’emergenza idrica che sta colpendo alcune regioni del Paese. In Puglia possiamo recuperare oltre 50 milioni di metri cubi di acqua depurata, che purtroppo ad oggi non possono essere usati per la mancanza sul territorio di reti di distribuzione, tutto ciò non può che farci male. Parliamo di una quantità elevatissima, che servirebbe a dare ristoro ai nostri agricoltori, disperati per la scarsità di acqua. Abbiamo più volte affrontato la questione degli impianti per la depurazione dei reflui, in molti casi completati ma non ancora entrati in funzione. La situazione però è ancora più complessa, dal momento che mancano le reti per portare i reflui depurati nelle campagne. Riteniamo doveroso un approfondimento in Commissione Agricoltura alla presenza dell’assessore Pentassuglia, del Commissario straordinario del Consorzio Unico di Bonifica Centro Sud Puglia Francesco Ferraro e di un rappresentante dell’ANCI” Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili.

“L’approvvigionamento dell’acqua – continua Casili – è una delle questioni più sentite dagli agricoltori,  vista la ingente perdita negli invasi rispetto allo scorso anno. A ciò si aggiunge una delle più nefaste problematiche ambientali, particolarmente sentita nel Salento, cioè l’intrusione di acqua marina nelle falde, ricche d’acqua, che sta portando ad una contaminazione salina irreversibile. Questo a causa del forte emungimento dei pozzi con uno stress non più sopportabile per l’acqua stoccata nel sottosuolo.
Sul breve periodo dobbiamo lavorare sulla manutenzione ordinaria degli impianti irrigui e dei pozzi ma nel lungo periodo è importante la programmazione e lavorare in maniera sinergica, perchè con i cambiamenti climatici in corso la situazione è purtroppo destinata ad aggravarsi. Ho proposto, anche a seguito di studi che abbiamo finanziato con fondi regionali, di recuperare le nostre cave dismesse trasformandole in biolaghi, cioè preziosi luoghi di stoccaggio temporaneo delle acque depurate e di quelle piovane che possono essere utilizzate in agricoltura e per contrastare gli incendi. Occorre rifunzionalizzare presto la diga del Pappadai e rivedere gli schemi idraulici complessivi per una più efficiente distribuzione in tempi di necessità. Con il PNRR arriveranno 400 milioni, di cui 300 per le reti irrigue e 100 per il riuso dei reflui depurati e non possiamo permettere che vadano persi come accaduto in passato. Su questo dobbiamo vigilare, anche attraverso l’aggiornamento continuo in commissione. Il riuso dei reflui è indispensabile e non possiamo permettere che ci siano impianti realizzati ma non funzionanti, con milioni di metri cubi d’acqua potenzialmente persi”.
 

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