Due storielle + una

Mai avuto occasione di conoscerlo prima. Di lui sapevo solo il nome.  Primo a rispondere all’invito  di “Politicalive” l’ho  ascoltato con attenzione.  Paolo Silletti il suo nome.  Aspirante consigliere concorre  con “ Innoviamo” ad irrobustire  la coalizione di centrodestra che ha in Michela Nocco l’aspirante sindaca.

Di tutta chiarezza e semplicità la carta di identità presentata: “ non sono un politico, né un tecnico ma molto più semplicemente un comune cittadino che per trascorsi oratoriani e frequenza delle parrocchie intende mettersi con tanto entusiasmo a disposizione della comunità”.

Vivaddio, in tempi in cui è così frequente veder crescere e proliferare così tanti fastidiosi  “tromboni”,  imbattersi in un po’ di umiltà riconcilia con la vita.

Solare e rassicurante Paolo Silletti  conquista simpatia e credito.
Nel corso del suo dire, trovano spazio due succose storielle che ritengo meritino di essere riportate.

La prima racconta di un saggio che allo scadere di ogni ora di lavoro si impone una pausa  e che al discepolo che gli chiede  il perché di quella sempre puntuale sosta allo scadere di ogni sessanta minuti, risponde : “ mi fa capire se nell’ora appena trascorsa sono riuscito ad essere utile a qualcuno”.

Morale: il tempo è ricchezza e non va sprecato: sempre doveroso concedersi una pausa per interrogarsi se lo si è impiegato al meglio sia per sé che per gli altri.

Diverso il colloquio  fra due passeri posatisi su un acero piangente. Quello sistematosi più in basso osserva una foglia che lo sovrasta ed esclama: “ che bel bianco ha questa foglia!” L’altro che guarda verso il basso ribatte: “guarda che il colore di quella foglia è verde!”. Dopo animata discussione che vede entrambi difendere la propria convinzione decidono di scambiarsi di posto e convengono che la foglia vista dal basso appare bianca, dall’alto verde.

Morale: mai intestardirsi sul proprio modo di vedere le cose, sempre utile il porsi in ascolto del punto di vista altrui. Ne consegue reciproco arricchimento.

Una terza storiella permettetemi possa aggiungerla io. Si parla di un parroco, un contadino e un ciliegio.

Sull’imbrunire un attempato curato di campagna avanza lentamente lungo le stradine del piccolo borgo recitando il suo breviario. Ad un tratto la sua attenzione viene attratta da secchi colpi d’ascia inferti da un contadino, suo parrocchiano, sul tronco di un ciliegio. Incuriosito gli si avvicina e chiede il perché di quell’abbattimento. Pronta e convinta la risposta: “ da più anni questo ciliegio  non porta frutto. E’ ben ora  che io rimetta le sue radici all’aria”. “ Senti – aggiunge allora l’anziano curato – ho necessità di dotare  la nostra chiesa di una grande croce di cui siamo sprovvisti. Daresti a me  questo tronco?”. “ Vieni pure a prenderlo. E’ tuo”. Lavorato ad arte, quel tronco diviene una gran bella croce. Così bella che il curato decide di portarla in processione. Al suo passaggio ciascuno si segna accennando una preghiera. Tutti tranne il contadino che senza minimamente scomporsi continua il lavoro cui era intento. Al che, tra il sorpreso e l’amareggiato, il buon curato avvicinatosi gli chiede il perché di tanta indifferenza. Perentoria la risposta. “ Io, quello lo conosco ciliegio!”.

Suggerimento: se in questi giorni i muri della nostra Santeramo appaiono tappezzati da manifesti con i vari volti dei concorrenti  alla scalata di Palazzo di Città (sindaci, consiglieri) mettiamo freno a qualsiasi forma di insofferenza. Guardando quei volti in tutta serenità, potremmo scorgervi presenza di qualche “ciliegio” di troppo.  Se così fosse, l’invito è a comportarsi di conseguenza.

Buona valutazione.

Pinuccio Lucarelli

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6 comments

  1. Muccafamiao@cqne@libero.it

    E la mucca fa miao e la pecora bau

  2. Un altro anonimo

    Maggior difetto men vergogna lava…

  3. franco Porfido

    Pinuccio caro,
    “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa (Inf. III, 51)”.
    E’ solo invidia e l’invidia fa crepare. Se non fosse così, che gusto ci sarebbe ad essere anonimi?
    Noi, invece, ci divertiamo.

    • E soprattutto ci fate divertire…
      Lei esalta i rapporti di filiazione, il dott. Lucarelli i trascorsi parrocchiali.
      Dovreste scrivere di problemi, proposte e progetti.
      I politici locali vanno valutati per le loro proposte politiche concrete di cui voi due, mi pare, non parlate mai.
      Se si è superficiali nelle analisi non si dovrebbe avere la pretesa di dare suggerimenti: si fa solo propaganda e per questa bastano i manifesti elettorali.
      Voi state scrivendo su un giornale locale dovreste responsabilmente offrire ai lettori dei contenuti precisi invece secondo me esprimete solo fumo.

  4. Un altro anonimo

    Buongiorno sig. Pinuccio, ha preso il posto del giornalista di santeramo.it come nuovo “suggeritore”?
    Lei vota a Santeramo…?

  5. Paolo Silletti

    Egr. dott. Lucarelli, non ci conosciamo è vero, ma…mi permetta di ringraziarLa per le belle parole che mi ha dedicato in questo articolo che custodirò gelosamente nel mio archivio digitale. Al di là di quello che sarà il consenso che avrò io insieme alla mia lista di amici di InnoViamo, quello di essere stati meritevoli di attenzione da gente che da fuori Santeramo come Lei, segue le vicende del nostro amato colle, è per noi già un gran bel risultato.
    L’attendiamo ad uno dei nostri eventi per avere il piacere di conoscerLa di persona.
    Paolo Silletti

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