VITTORIA ANCHE IN CASSAZIONE PER I LAVORATORI NATUZZI

 

Confermata la fondatezza delle ragioni dei lavoratori.

Il 4 maggio 2017 la Corte di Cassazione ha pubblicato la sentenza che rigetta il ricorso della Natuzzi Spa contro la precedente sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Potenza, confermando la fondatezza delle ragioni dei lavoratori.

Entrando più nel merito della querelle, negli anni passati molti dipendenti aprivano dei contenziosi verso l’azienda, perché quest’ultima riservava loro un trattamento diverso dai loro colleghi, ossia li collocava in Cassa Integrazione Guadagni a tempo pieno, anziché far alternare periodi di Cig con periodi di lavoro. Pertanto, diversi Tribunali di primo e secondo grado hanno condannato la Natuzzi a risarcire le maestranze con una somma corrispondente al differenziale tra la retribuzione che avrebbero percepito se avessero effettuato la rotazione e quanto percepito durante il periodo di Cassa integrazione. La Natuzzi si è opposta a tale responso, ma anche la Cassazione non ha accolto le istanze aziendali.

A questo va aggiunto che l’industria santermana non ha ostacolato la restituzione del maltolto soltanto nei tribunali, ma ha tentato di far desistere gli interessati ponendo delle condizioni ricattatorie per l’assunzione alla New Co. di Ginosa. Anche quest’altro passaggio va chiarito meglio. Molti di quei lavoratori che avevano aperto il contenzioso legale sono stati licenziati ad ottobre scorso, la Natuzzi ha poi proposto di mitigare la risoluzione del rapporto di lavoro offrendo ai licenziati l’assunzione presso una nuova società da essa costituita. Sennonché, la serpe in seno in questa operazione sta nel fatto che il requisito richiesto per l’assunzione era quello di non aver contenziosi in essere con Natuzzi Spa. Naturalmente questa condizione ricattatoria era possibile esercitarla in quanto Istituzioni e CGIL-CISL-UIL il 15 novembre 2016 avevano sottoscritto un accordo che legittimava tale pretesa aziendale.

L’Unione Sindacale di Base, a maggior ragione della sentenza di Cassazione sopra citata, nel prossimo incontro fissato presso la Presidenza della Regione Puglia il 15 maggio p.v., chiederà di rimuovere la clausola ricattatoria posta nell’Accordo di novembre e si batterà affinché ai lavoratori sia assicurato il diritto all’occupazione e il diritto alla giustizia, come la Costituzione della Repubblica italiana garantisce a ogni suo cittadino.

Coordinamento USB-LP Gruppo Natuzzi

 

 

 

 

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