REGIONALI: SU CANDIDATI PRESIDENTI

Per comprendere chi ha vinto e chi ha perso, va applicata la regola della comparazione.

E’ un classico: all’indomani del voto, tutte le forze politiche in competizione si affannano a dire e a balbettare che hanno vinto. Il più delle volte per dimostrare ciò che non si può dimostrare perché la matematica non è mai stata un’opinione, affermano: “E’ vero che in questa competizione abbiamo accusato un calo dei consensi, però rispetto alle elezioni precedenti, abbiamo incrementato i nostri voti”. E la gente, quella lontana dai giochi di prestigio della politica, rimane frastornata. Per diradare le nubi che puntualmente si addensano sui risultati e per sgombrare il campo da confusioni e alchimie che alla fine possono risultare anche ridicole, c’è una regola molto semplice che inconfutabilmente attesta se una forza politica ha vinto oppure ha perso. Questa regola è la comparazione tra i risultati di elezioni omogenee ovvero le elezioni politiche si devono raffrontare con le elezioni politiche, le regionali con le regionali e così via. Se i politici di professione utilizzassero questo metro di misura, tutto diventerebbe facile e comprensibile. Proverò ad applicare questa regola ai risultati delle Regionali di Santeramo. Dei risultati regionali e nazionali ne abbiamo piena la testa.  Scopriremo insieme cosa è veramente successo. Lo farò a tappe. Oggi sui candidati presidenti e, a seguire, sulle forze politiche, sui candidati e sulla proiezione futura che i risultati ci indicano. Ovviamente, la comparazione è possibile farla soltanto per le stesse forze politiche che erano in competizione in questa e nelle precedente consultazione regionale. Numeri alla mano, vediamo cosa è successo.

Elezioni regionali del 2015. Si votò in un solo giorno, domenica 31 maggio. Vi erano sette candidati presidenti tra cui Michele Emiliano del PD & liste associate, che vinse, e Antonella Laricchia del Movimento 5 Stelle, che abbiamo trovato anche nelle regionali del 20 e 21 settembre,

Emiliano, con le otto liste che lo sostenevano, conseguì 5432 voti, pari al 46,49%; Laricchia, con una sola lista, ottenne 2580 voti, pari al 22,08. Nella tornata elettorale del 20 e 21 settembre, Emiliano, con le quindici liste di lancio, ha ottenuto a Santeramo 7072 voti, pari al 52, 51%; Laricchia, due liste, 1248 voti, pari al 9,27%. Se mettiamo su una mano i risultati del 2015 e sull’altra quelli del 2020, credo sia superfluo ribadire chi ha vinto e chi ha perso, e di quanto. Nel 2020 i candidati presidenti erano otto e le liste in competizione erano ben 29 a fronte delle 19 del 2015.

Raffaele Fitto è il grande sconfitto di questa competizione. Gli era già successo con l’elezione di Nichi Vendola. Era abituato a questo tipo di esperienza. A Santeramo, con le cinque liste a supporto, ha ottenuto 4625 voti, pari al 34,34%. Tutto sommato gli è andata anche bene. Nel 2015 il centro destra si presentò con due candidati: Adriana Poli Bortone, sostenuta anche da Forza Italia e Noi Con Salvini, ottenne 1930 voti, pari al 16,52% e Francesco Schittulli, supportato anche da Fratelli d’Italia e dalla lista “Oltre con Fitto”, totalizzò 1644 voti conseguendo il 14,07%. Se si sommano voti e percentuali del 2015 e si raffrontano con i voti e la percentuale del 2020, Fitto può essere moderatamente soddisfatto. Una cosa è certa. Nelle legislature future, la Regione Puglia non avrà più a che fare con Fitto.

Una nota di commenti merita il candidato Ivan Scalfarotto. Non è stato candidato nel 2015 come tutti gli altri che da ora in poi saranno nominati. A Santeramo ha ottenuto 120 voti, pari all’1,20%. In Via Roma, il suo comitato. E’ stato il candidato sostenuto da due big falliti della politica italiana: Matteo Renzi e Carlo Calenda, il primo di Italia Viva e il secondo di Azione. Referente a Santeramo di Azione, l’On. Nunzio Angiola con il suo neo direttivo composto da venti componenti. Forse questo striminzito risultato ha dato inizio alla scoperta della effettiva consistenza elettorale dell’Onorevole santermano. La Storia lo confermerà.

Degli altri candidati presidenti, non vale la pena consumare inchiostro: 0,14% per Bruni Franco; altro 0,14 per Cesaria Nicola, 0.39 per D’Agosto Andrea e 2,01% per l’ex pentastellato Conca Mario. Non si tratta di brutte figure. Peggio. Che vale candidarsi quando in partenza si sa che non vi è neppure una su di centomila miliardi di possibilità di non farcela?

Infine, se c’è una cosa che è inutile fare, è fare pronostici. Tutti i sondaggi sono stati un disastro.

Check Also

VENERDÌ SANTO: COLDIRETTI PUGLIA, PIÙ PESCE SU TAVOLE PUGLIESI MA COSTA CARO

Aumenti del 39% per le orate, del 31% per branzini e spigole di allevamento, del …

One comment

  1. Analisi completa

    Complimenti Franco per chi è fuori regione come me un’analisi chiara e completa che fa capire come sono andate le cose. Ps : per i santerami è sempre difficile fare squadra quando si capirà che così nessuno conta niente sarà sempre troppo tardi

Rispondi a Analisi completa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la policy privacy e accetto il trattamento dei miei dati personali

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

;