QUALE MONDO, DOMANI?  – 1^ PARTE –

Ho scritto una riflessione. La offro ai nostri cari lettori. Per la lunghezza rispetto ad una news, sarà pubblicata in quattro parti consecutive, partendo da oggi.

La durissima prova che sta attraversando l’umanità pone già da ora l’interrogativo di immaginare il mondo di domani, ovvero pensare alla ripartenza molto graduale da compiere non appena saremo usciti dalla morsa soffocante e letale del contagio globale. Intellettuali e studiosi hanno iniziato opportunamente sin da ora a fare ipotesi che, ovviamente, necessitano di essere approfondite, confrontate, meditate, definite. Siamo solo all’inizio. Una cosa è certa: nulla sarà più come prima. Con il passaggio micidiale dell’infezione, che sa tanto della violenta spregiudicatezza di Attila che dove passava, non cresceva più erba, si chiude una fase epocale. Dall’era della pietra sino a quella tecnologica, passando dall’era dei metalli e fino all’era contemporanea, l’uomo ha fatto passi da gigante in tutte le dimensioni, impensabili fino a meno di cento anni fa. E’ stato calpestato il suolo lunare, sono state lanciate nuove sfide cosmiche fino ad organizzarsi per arrivare su Marte o nelle “immediate” vicinanze del sole. Tanto altro ancora, sicuramente, nell’intelligenza della massima espansione dell’evoluzione umana!

Ma un virus, un semplice virus, inaspettato quanto invincibile, almeno sino al momento, ha piegato in fretta le ginocchia dell’umanità. I programmi vanno resettati. La potenza e la prepotenza dell’essere umano sono state messe alla corda. Si pensava, e di conseguenza, ci si comportava come se gli arsenali pieni di ordigni di tutti i generi capaci di distruggere materialmente il mondo in pochi secondi, l’esibizione della robustezza economica, la schiavitù e la sopraffazione di interi popoli da parte di nazioni egemoni, lo sfruttamento selvaggio delle risorse a vantaggio di pochi, lo stile di vita proteso sempre alla affannosa corsa verso le ricchezze materiali e tanto altro ancora inzuppato di sfacciato egoismo, tutto questo, ed altro ancora, fosse garanzia di “vita eterna”. Invece, un virus, un semplice virus, ha fatto saltare un intero sistema mondiale. Se potessimo guardarlo in faccia, vedremmo che quel virus sta ridendo a crepapelle. Immagino tutto questo come il palloncino nelle mani di un felice bambino che in un attimo se lo vede sgonfiato per terra, diventando subito triste, o come un potente bolide di cui vantarsi che, per un piccolo chiodo, rimane inchiodato ai box per una gomma forata. La potenza, in apparenza invincibile dell’uomo, si è dimostrata debolezza. Io credo che una delle riflessioni che va avviata, sia quella di prendere coscienza della vulnerabilità della condizione umana in ogni tempo. Anche nel nostro che pensavamo fosse immune da tanto sfacelo.

 

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