NEMO PROFETA IN PATRIA

Francesco Netti, in una lettera profetica a Morelli del 1856, aveva previsto tutto.

La nostra attenzione è ancora rivolta alla mostra “Netti”, visitabile fino a domenica 12 ottobre p.v. allestita al primo piano del Palazzo Marchesale. Le nostre critiche considerazioni le abbiamo espresse con chiarezza in altre recente news, ancora consultabile in questo sito. Sono considerazioni amare. Nessuno le ha confutate, come a dire “chi tace acconsente”. Le confermiamo tutte anche oggi. Mancano ancora dieci giorni per chiudere il sipario dell’esposizione. Se ci si veste di umiltà, è possibile ancora correggere qualcosa. Ma è veramente difficile pensare che gli organizzatori facciano retro marcia, a meno che non si vestano di sacco e non si cospargano la testa di cenere, ovvero non abbassino l’asticella del proprio orgoglio per far prevalere la virtù dell’umiltà, riconoscendo la difettosa organizzazione della mostra. Tra le diverse considerazioni che abbiamo espresso anche con l’aiuto prezioso di concittadini attenti e premurosi, non si può non ricordare la prima, ovvero la completa esclusione dall’evento del Vice Sindaco dott.ssa Tina Dimartino con delega alla Cultura. E’ la madre di tutte le considerazioni dalla quale poi sono scaturite, come effetto domino, tulle le altre. Vogliamo ricordare anche l’ultima, e cioè l’enorme barriera architettonica della scalinata all’interno del Palazzo Marchesale che impedisce ai disabili e alle persone anziane con seri problemi di deambulazione di poter visitare la mostra. Anche qui ci vuole umiltà nell’affermare di aver sbagliato. Staremo a vedere se vi saranno correzione di rotta. Sarà proprio il destino di Francesco Netti quello di subire, anche se sono trascorsi duecento anni dalla sua scomparsa, continui maltrattamenti proprio nella città che gli ha dato i natali. “Nemo profeta in patria”, nessuno è profeta nella sua casa. Questa biblica affermazione perseguita tutti i Grandi in ogni dove e in ogni angolo della terra. Il nostro più illustre concittadino la subisce ancora. Diciamo ancora, perché l’ha sempre angosciato anche quando era in vita. Basta leggere la lettera profetica che Netti spedì all’amico e pittore Morelli il 19 luglio 1856 per rendersene conto. Di questa lettera, riprendiamo alcuni significativi stralci “Ed io sono sempre forestiero nel paese dove sono nato… Ciò che più mi farebbe impressione è la generale apatia degli abitanti, ai quali non importa niente di niente… Essi frattanto hanno una passione, unica e sola (non contando i vizi) ed è la smania di far quattrini per la smania di far quattrini… Penseranno almeno a migliorare il paese, del quale tutti si lamentano, perché i più indifferenti sono i più incontentabili, e che tutti lasciano andare a rotto di collo… Non abbiamo che l’aria pulita, ma che è appestata dal sudiciume delle strade, appena praticabili”. Siamo convinti che se Francesco Netti vivesse il nostro tempo, userebbe le stesse parole, se non peggiori. “Ed io sono sempre forestiero nel paese dove sono nato”: la mostra in corso, come è stata organizzata e con l’accidia che si porta appresso, è il ritratto perfetto di questo rammarico di Netti. Ogni altro commento, ivi compreso “il sudiciume delle strade, appena praticabili”, è davvero superfluo. Sembra averla scritta oggi.

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