L’EUROPA SCEGLIE LE DONNE E CAMBIA PASSO , MA L’ITALIA QUANDO ? E LA PUGLIA?

Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea e Christine Lagarde alla guida della Bce: per la prima volta nella storia dell’Unione. Al di là di qualsiasi discorso politico, l’Europa cambia il passo, ma l’Italia quando? E in Puglia? È una buona notizia quella che per la prima volta siano state designate due donne a ricoprire questi incarichi.
L’occasione è però ghiotta per sottolineare ancora una vola che la presenza delle donne nei ruoli di vertice nella Pubblica Amministrazione sia nel settore pubblico che privato, è sempre troppo bassa.
A parlarne è Patrizia del Giudice, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, che spiega “In Puglia nessuna delle sei province ha espresso un sindaco donna, e non c’è mai stata una donna alla guida del governo regionale. Nessuna donna è presidente cda di società pubbliche e forse nemmeno di quelle private, la Commissione Pari Opportunità Regione Puglia che mi onoro di presiedere, ha dato mandato ad una agenzia specializzata, alla rilevazione delle suddette posizioni per ottenere in tal senso un dato aggiornato a livello regionale. In particolare si tratta di un’attività di analisi e di ricognizione, rispetto al territorio pugliese, per verificare il numero delle società, quotate e pubbliche, che abbiano adempiuto a quanto prescritto dalla Legge Golfo – Mosca.
Nonostante la società e il mondo del lavoro si stiano evolvendo verso un maggior equilibrio di genere, il quadro che emerge a livello, nazionale ed europeo, conferma la bassa presenza di donne nei ruoli di vertice sia nel settore privato che pubblico. La disparità è ancora forte in Italia e lo è ancor più a livello generale se lo si confronta con l’estero, anche se le donne hanno un livello di istruzione più elevato rispetto agli uomini: in Italia le donne hanno un tasso di formazione universitaria maggiore degli uomini. A livello europeo l’Italia si posiziona all’ultimo posto per tasso di formazione universitaria tra gli uomini e al terzultimo tra le donne.
Le cause delle difficoltà che caratterizzano il mercato del lavoro femminile, in Italia come in molte parti d’Europa, sono numerose e complesse e interconnesse fra loro: discriminazioni dirette, segregazione occupazionale, stereotipi, difficoltà alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, gap salariale, copertura dei servizi./comunicato

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