LABARILE: NO ALLA DELEGA, SI ALLA COERENZA

Lo ha fatto in forma ufficiale consegnando la rinuncia all’Ufficio Protocollo del Comune di Santeramo. Il Sindaco imbarca altra acqua nella barca della sua maggioranza.

 

Nella mattinata di giovedì 11 dicembre, l’amico Gigino Labarile ha rimandato al mittente la delega per la gestione della riscossione dei tributi, conferitagli dal Sindaco con decreto n. 43 del 4 dicembre scorso. Lo ha fatto in forma ufficiale consegnando la rinuncia all’Ufficio Protocollo del Comune di Santeramo. Che significato politico ha questa rinuncia e quali le ripercussioni all’interno della scotta verifica di maggioranza, lo si comprenderà meglio nei prossimi giorni o quando saranno adottati i futuri provvedimenti del Consiglio Comunale. Di certo non si può non apprezzare la coerenza politica di Gigino dopo la sua autosospensione da capogruppo del PD e dalla maggioranza, dichiarata nell’ultima assise consiliare. Il tentativo del Sindaco di lanciare la ciambella di salvataggio all’ex capogruppo PD con il conferimento della delega prima citata, è miseramente naufragato, causando l’entrata di altra acqua nella barca della sua maggioranza che continua ad ondeggiare in mare agitato. Tutto, quindi, è stato rimesso in discussione anche in considerazione della lunga attesa già consumata per la nomina del nuovo Vice Sindaco e per la stabile collocazione nel gruppo misto del consigliere comunale Antonio Bosco, già eletto nel PD e autorevole rappresentante dei suoi colleghi lavoratori della Natuzzi. Chi continua a nascondersi ancora è il consigliere del PD Gabriele Cecca del quale non si hanno più notizie sul fronte della sua posizione politica che, stante ai suoi comportamenti, è fortemente critica. Il coerente esempio di Gigino Labarile, reso manifesto con coraggio in una situazione politica complessivamente degradata, può essere di aiuto al latitante Cecca che, forse per inesperienza o per eccessiva pretesa, deve apprendere che la politica non è un gioco da bambini che si nascondono dopo una marachella o dopo il rifiuto della mamma di non mangiare la marmellata, ma una missione che si compie responsabilmente nella buona e nella cattiva sorte.

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