DECAPITATI GLI ALBERI QUARANTENNALI DELLA CASA DI RIPOSO

Lungo la recinzione in ferro già abbondantemente protettiva, sono stati collocati dei pannelli in legno come se si volesse proteggere l’area da occhi indiscreti.

spioncino

A guardarli da qualche spioncino rimasto destano malinconia e sconcerto. Sono gli alberi di pino piantati quarant’anni fa per popolare lo spazio circostante la casa di riposo e tagliati su iniziativa del sindaco per fare spazio alla costruzione di una struttura di prima accoglienza finanziata con 850 mila euro della quale nessun cittadino ne era e ne è a conoscenza. Non è affatto chiaro chi dovrebbe ospitare questa nascente struttura nata dalla politica. In realtà, facendo una passeggiata nei pressi della casa di riposo, si può notare che lungo la recinzione in ferro già abbondantemente protettiva, sono stati collocati dei pannelli in legno come se si volesse proteggere l’area da occhi indiscreti. Se qualcuno mi spiega il motivo o l’esigenza di collocare detti pannelli abbandonerei presto il mio esile pensiero. Quanto alla destinazione della nascente struttura non voglio mettere il carro avanti ai buoi, tuttavia ci si auspica che non venga a essere utilizzata per i profughi provenienti dagli sbarchi sulle coste siciliane o per gli immigrati clandestini.

Ma quello che mi spaventa nel rapporto tra questa amministrazione, questo sindaco e i cittadini è il fare arrogante e spregiudicato di relazionarsi. Durante la conferenza stampa del 20 febbraio scorso presso la sala Giandomenico del palazzo Marchesale, il sindaco, alla domanda di un attento cittadino circa le motivazioni per le quali erano stati decapitati gli alberi della pineta della casa di riposo, ebbe a rispondere dando dello “smemorato” all’interlocutore senza rendersi conto né della persona che aveva di fronte né della menzogna che stava per enunciare. Infatti tentò di sminuire il delicato argomento aggiungendo che si trattava di pochi alberelli piantati appena qualche anno addietro, come a dire: uccidere un adulto è reato, uccidere un bambino no. Che schifo aver scoperto che gli anni di vita erano 37 e gli alberi erano 26, tutti in buona salute. È andata peggio, invece, a un altro cittadino che aveva posto una domanda, anche questa scomoda, su alcune scelte del sindaco: questo poveretto è stato letteralmente cacciato dalla sala. Cos’altro aggiungere?
Mi duole constatare che stiamo parlando di un sindaco prima e di un professore di religione poi, non di uno sprovveduto garzone di strada!

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