CONSIGLIO: QUESTO “RIMBORSO” NON S’HA DA FARE, NE’ DOMANI, NE’ MAI

Politicamente pauroso, Girardi rimane in maggioranza, rinviando da mesi la sua uscita come ufficiosamente si diceva in giro anche da parte della sua segreteria.

Passate reminiscenze scolastiche mi hanno aperto i file della memoria dei “Promessi Sposi”, il capolavoro di Alessandro Manzoni e, specificatamente, la figura di Don Abbondio quando, nel corso di una passeggiata, fu fermato da due bravi, sgherri di Don Rodrigo, che con fare garbatamente minaccioso gli dissero: “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.”.

Don Abbondio, come sappiamo, ubbidì.

Da Wikipedia leggiamo: che Don Abbondio era “un uomo codardo, pigro e schivo, che si sottrae davanti alle difficoltà e agli ostacoli che incontra. Il prete in un primo momento cerca di giustificarsi, allontanando da sé la responsabilità di tale scelta, tanto più che non ne ricaverà nessun guadagno, ma alla fine accondiscende alla volontà dei bravi”.

Cosa ci azzecca questa immagine con il Consiglio Comunale di ieri? Per la quarta volta, è venuto a mancare il numero legale nel mentre si doveva discutere e approvare l’argomento del rimborso degli oneri di urbanizzazione che, legittimamente nella sua qualità di imprenditore, interessa il consigliere Piero Girardi e tanti altri cittadini.

All’annuncio del punto, scappano dall’aula i suoi amici Putignano Marcello, pure segretario del PD, Conversa Domenico, Stasolla Vito e Bosco Antonio. Di lì a poco anche i consiglieri di opposizione Caponio Francesco, Larato Camillo, Silletti Paolo, Riviello Giovanni e Volpe Giovanni.

In aula restano Girardi Piero, Labarile Luigi, Fraccalvieri Filippo, Sampaolo Fabio, il sindaco e lo stipendiato presidente del consiglio Manicone i quali, tutti insieme, non rappresentano il numero legale. La seduta, pertanto, viene sciolta.

Nelle vesti del codardo Don Abbondio di manzoniana memoria, è facilmente inquadrabile Girardi Pietro il quale, dopo quattro sberle consecutive, non si è ancora convinto che il rimborso che gli spetta “non s’ha da fare, né domani, né mai”.

Ciò nonostante, politicamente pauroso, Girardi rimane in maggioranza, rinviando da mesi la sua uscita come ufficiosamente si diceva in giro anche da parte della sua segreteria. Ma la paura fa 90. Preferisce ancora subire continue umiliazioni piuttosto che salvaguardare la propria dignità di uomo e di imprenditore.

In questa storia, i bravi – non nel senso di bravura bensì come personaggi di Manzoni, quindi sgherri ovvero gente senza scrupolo – sono i consiglieri di maggioranza che hanno fatto capire in prosa e in musica che il rimborso degli oneri di urbanizzazione Girardi se li può sognare.

Il don Rodrigo della situazione è il sindaco che non tiene più la sua maggioranza e non se ne convince ancora.

La storia di Renzo e Lucia, dopo tante vicissitudini, ebbe un felice esito. I Don Rodrigo, gli sgherri e tutti i cattivi di questo romanzo morirono per la peste. Quello che politicamente avverrà a Santeramo con le elezioni amministrative del 2017.

 

 

 

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One comment

  1. È l’ennesima figura di un Sindaco,che da oltre un’ anno nn ha più la maggioranza,però il potere é più forte della dignità.Ciliegina sulla an caro Porfido,nell’ultimo consiglio comunale si sono approvati un’altra porcata contro i nostri cittadini,HANNO TOLTO DALL’ULTIMO BILANCIO COMUNALE OLTRE CINQUANTAMILA EURO DAL TRASPORTO BUS ALUNNI SCUOLA,X DESTINARLI ALLA ZTL,VERGOGNOSOOOOO!

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