CI FANNO O CI SONO ?

I Cinquestelle, nel tentativo puerile di giustificarsi, innanzi all’atto compiuto di aver imbavagliato la stampa e negato a tutti la diretta streaming e qualsiasi altra forma di ripresa, monopolizzando la trasmissione dei consigli comunali,  hanno pubblicato un articolo in cui affermano di aver regolamentato la diretta Streaming,  smentendo, di fatto, loro stessi; la modifica, così come da loro apportata, è inutile, in quanto nulla aggiunge rispetto al previgente articolo, per il quale era già possibile la diretta streaming, poichè “…possibile la ripresa delle adunanze, in misura totale o parziale, a mezzo di magnetofoni, videocamere e mezzi comunque idonei a tale scopo”, quindi anche la diretta streaming.

La loro modifica è più di carattere mediatico (mettere sulla bocca di tutti di aver introdotto la diretta streaming), che sostanziale, se non sotto l’unico aspetto di aver imbavagliato la stampa. Giusta l’affermazione di principio che deve essere regolamentata la ripresa dei lavori consigliari, ma questo non può riguardare l’autorizzazione preventiva agli organi di stampa, da parte del Presidente del Consiglio, ma solo l’autorizzazione per tutti gli altri soggetti, che vogliano effettuare le riprese, mostrando un interesse fattivo e legittimo, previa richiesta al Presidente del Consiglio, che deve valutare l’interesse, e tale era il tenore del mio emendamento, che rendeva libera la ripresa agli organi di stampa, mentre, per i vari soggetti portatori d’interesse, era prevista la preventiva autorizzazione del Presidente del Consiglio, che i Cinquestelle hanno BOCCIATO Ai singoli cittadini, associazioni, partiti politici e comunque portatori d’interesse è concessa la diretta streaming e/o differita ed ogni altra forma di attività di registrazione, totale e/o parziale, audio e video, consentita dalle tecnologie esistenti, previa preventiva autorizzazione del Presidente del Consiglio. È facoltà del Presidente del Consiglio, nei casi di inottemperanza rispetto a quanto previsto dal presente comma, disporre l’allontanamento dei soggetti inadempienti dall’aula consigliare, anche avvalendosi della forza pubblica” (stralcio emendamento Volpe Giovanni)

Quando i Cinquestelle affermano, nel loro comunicato, di aver impedito, con l’attuale formulazione dell’art.46, le riprese a chiunque  “con il suo personale telefonino” del Consiglio Comunale, riducendo a questo la portata del mio emendamento, verrebbe da chiedersi, ma “CI FANNO O CI SONO?”

Se i Cinquestelle avessero voluto un Consiglio Comunale pubblico e trasparente avrebbero votato il mio emendamento, invece che il “BAVAGLIO PER TUTTI”.

Il Consigliere Giovanni Volpe

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