ALESSANDRO, IL PICCOLO CAMPIONE DI CALCIO FA GOAL AL PREGIUDIZIO!

Nel grigiore dei nostri tempi, Alessandro rappresenta una bella storia che dimostra come una vita felice non è incompatibile con la disabilità. Anzi.

di ALESSANDRO SCHIRONE

Quello che fa tre gol e ti fa vincere la partita è diverso dagli altri. Quello che nell’intervallo ti urla in faccia che bisogna ribaltare il risultato. Anche quello è diverso dagli altri. Come quello che in settimana non si allena, ma il mister lo schiera sempre titolare perché è un talento. E poi c’è Alessandro, quindici anni non ancora compiuti, che rispetto agli altri ha un cromosoma in più. Anche lui è diverso. Perché la sindrome di down gli ha dato una marcia in più. «Voleva giocare a calcio – spiegano i genitori, Erica e Michele– ma avevamo paura. Poi abbiamo pensato che un po’ di attività fisica, il miglioramento della coordinazione atletica, la disciplina sportiva e soprattutto nuove amicizie gli avrebbero fatto bene. E poi non potevamo impedirgli di sognare una vita normale».

La scorsa estate Alessandro ha partecipato ad uno stage organizzato da una scuola calcio di Santeramo, la Dive Group, ed ha scoperto un mondo tutto nuovo. L’incontro con Antonio Divella, responsabile dell’area tecnica del club, ha fatto il resto. «Ci propose di tesserare Alessandro – continuano i genitori – per farlo giocare con gli esordienti. Abbiamo pensato che fosse giusto così, e adesso sappiamo che quella scelta ha cambiato la vita di nostro figlio. Il calcio è qualcosa in più di un semplice sport. È un progetto di integrazione inaspettato. In soli quattro mesi Alessandro ha imparato le regole del gioco, segue le indicazioni del mister, frequenta gli allenamenti con continuità, si è inserito nel gruppo come se in quel gruppo ci fosse sempre stato. Dice spesso che deve andare a giocare con la “sua” squadra. Ha sviluppato un senso di appartenenza e attaccamento alla maglia che ha migliorato il suo carattere, ha fatto crescere la sua autostima aiutandolo ad essere più sicuro nelle relazioni con gli altri. Alessandro è cambiato perché è stato considerato diverso, come diversi siamo tutti. È diventato più responsabile quando è stato rimproverato, ha imparato a conoscere i suoi pregi e i suoi difetti. Nostro figlio ci ha fatto capire che la diversità rende uniche le persone. Ci ha dato un insegnamento di vita che ha reso speciale la nostra famiglia». In questi mesi Alessandro si è impegnato tanto. Ha guadagnato anche la fiducia del suo allenatore, che gli ha regalato l’esordio in campionato a Gravina con la maglia numero dieci sulle spalle e la fascia di capitano al braccio. «È un ragazzo straordinario – spiega Antonio Divella – perché ha una personalità devastante. Ricordo il suo primo gol in casa contro la Pellegrino Sport di Altamura. Abbiamo avuto un rigore discutibile a favore e lui si è presentato sul dischetto con la sicurezza di un professionista. La sua esultanza mi ha fatto venire la pelle d’oca». La storia di Alessandro ha convinto la Dive Group ad organizzare la prossima edizione dello stage estivo “Vieni a giocare con me” in collaborazione con la cooperativa Karol di Santeramo. Si tratta di una Onlus che segue anche bambini disabili, con la quale è stato avviato un progetto congiunto che unisce la parte sportiva a quella didattica. Essendo una scuola calcio a conduzione familiare, la società di Santeramo si è dimostrata molto sensibile a queste dinamiche di natura sociale che hanno moltiplicato il numero dei propri tesserati in maniera esponenziale. Ottimo il lavoro svolto in poco più di tre anni dal presidente Vincenzo Divella, coadiuvato dal suo vice Nunzio e dal fratello Nicola, segretario. Completano lo staff gli allenatori qualificati Nicola Walter Divella e Francesco Pontrandolfo, che gestiscono quasi duecento iscritti dai 4 ai 16 anni. Una piccola realtà che pensa in grande. «Il mio sogno? Sviluppare il settore giovanile della Dive Group – chiude Antonio Divella – a tal punto da formare una grossa realtà dilettantistica che possa attingere dal nostro vivaio e rilanciare il calcio sul colle». Perché la storia di Alessandro insegna che nulla è impossibile. Basta solo tanto impegno e un pizzico di coraggio.  

p.s. ringrazio l’amico e collega Alessandro della collaborazione e per aver raccontato una bella storia d’amore e forza. Ne abbiamo tutti bisogno!
Isabella Stasolla

foto © Alessandro Giove

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