“…ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR…”

Bilancio numericamente approvato, politicamente bocciato. Sospetta l’assenza di un consigliere di minoranza.

Non trova precedenti nella storia amministrativa del Comune di Santeramo il fatto che il bilancio di previsione 2014 sia stato approvato da una maggioranza che non è più tale. Quando si parla di bilancio di previsione si parla dell’atto politico-amministrativo più importante nel quale sono definite le scelte che ogni Amministrazione intende realizzare. Non si tratta, pertanto, di un atto di poco conto per acquistare bruscolini. Quando il Sindaco e la sua Giunta, che hanno approvato lo schema di bilancio, non riscuotono in Consiglio Comunale il voto favorevole della maggioranza che li sostiene, vuol dire solo una cosa: il Sindaco e la Giunta non hanno più la fiducia per cui le dimissioni sono una conseguenza naturale. A Santeramo è successo proprio questo. Il Sindaco D’Ambrosio, potendo contare su una maggioranza di undici componenti, ha ricevuto solo sette voti favorevoli. I contrari sono stati cinque. Numericamente il bilancio è stato approvato, ma politicamente è stato bocciato per l’assenza dei seguenti quattro componenti di maggioranza: Antonio Bosco, Gabriele Cecca e Marcello Putignano del PD, e Pietro Girardi dell’UDC. Questi “eravamo quattro amici al bar”, alla fin fine, sono i veri responsabili della grave situazione di stallo in cui versa da tanto tempo il Comune perché, fossero stati coerenti prima di tutto con se stessi e poi con l’intera cittadinanza, sarebbero stati presenti in Consiglio Comunale e votare contro. Hanno preferito l’Aventino. La gente senza coraggio può e deve fare altro piuttosto che nascondersi agli occhi dell’opinione pubblica senza assumersi, prima da uomini e poi da persone impegnate in politica, la responsabilità che compete loro sia nel bene che nel male. Il sommo poeta Dante Alighieri li avrebbe definiti “ignavi”. Forse gli “amici al bar” sono cinque per il sospettoso “tocca e fuggi” dall’aula del consigliere di minoranza Vito Ciriello. Queste spicciole manovre non sono mai successe a Santeramo, neanche nel corso della cosiddetta “prima Repubblica” come dovrebbe sapere il Sindaco in carica che proviene proprio da essa. E se, eventualmente, sono successe, la prima cosa che dignitosamente e moralmente il Sindaco compiva, era l’annuncio delle proprie dimissioni. Ma quelli della prima Repubblica sono stati altri tempi, altra storia, altra politica, soprattutto altra coerenza!!!

 

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